Il libro di Pietro Capogrosso, “Taranto e la sua Provincia nella II Guerra Mondiale”, con prefazione del prof. Luigi Pinelli e di prossima pubblicazione, ha una grande importanza storica perché tratta tantissimi avvenimenti militari, religiosi, politici e sociali accaduti nel quinquennio 1940 – 1945 nella provincia tarantina.

L’attacco aereo inglese della base navale del novembre 1940, con notevoli danni; il bombardamento della città di Taranto nel giugno del 1942 con centinaia di morti; i ringraziamenti, alla popolazione manduriana, del col. Umberto Bordoni, Comandante del IX Reggimento Bersaglieri della Divisione Trieste; il lancio di centinaia di migliaia di volantini, su Sava, Manduria e Maruggio, invitando le popolazioni a far pressioni per un’onorevole resa; la formazione del I Raggruppamento Motorizzato, con oltre mille automezzi sulla Manduria – San Pancrazio; lo scontro a Castellaneta, fra tedeschi in ritirata e inglesi in avanscoperta, con la morte del generale britannico Hopkins e di 21 civili; la formazione dei primi Comitati di Liberazione Nazionale e la nomina dei primi Sindaci che sostituiscono, dopo vent’anni, i Podestà.

Si legge dei grossi disagi alimentari della città di Taranto, costretta a chiedere aiuto al col. inglese Cafferey e il preoccupante aspetto sanitario dell’intera provincia; la massiccia presenza dei soldati polacchi, bene accetti dalla nostra popolazione per la loro educazione e disciplina.
La presenza a Manduria di un fantomatico “Comitato contro la chiamata alle armi della classe 1925” e l’assalto, per fame, al mulino Gennari e al pastificio Pezzarossa, con l’asportazione di notevoli quantitativi di farina, pane e attrezzi da lavoro.

Nel libro di Capogrosso c’è tanto da leggere e da scoprire forse, addirittura i primi malesseri di ciò che sarebbe stata la nostra Repubblica. Interessante e di grande attualità la dedica: “A quei pochi sinceri Antifascisti della prima ora, che ebbero il coraggio di rimanere tali, anche durante il massimo consenso popolare del regime, e che furono messi da parte dagli antifascisti del giorno dopo”.

Non meno interessante la chiusura: “In tanti, al momento opportuno, seppero con intelligente furbizia e interessata lungimiranza prendere in mano la bandiera della democrazia, pur essendo stati dirigenti del passato regime, continuando ad usufruire di privilegi e intrallazzi, con conseguenze negative che ancora oggi, a distanza di anni, continuiamo a pagare, Questi personaggi erano la parte peggiore della società”. Un libro, insomma, che va letto ma, soprattutto, meditato.