L’Associazione Culturale Memoria e Letteratura di Manduria domani, Martedi 9 Gennaio alle ore 18.00 precise presenta, presso la Pizzeria Carpe Diem in Via Salvatore Gigli, il laboratorio di letture di poesia dal titolo Antonia Pozzi in Pizzeria.
Antonia POZZI nasce a Milano il 13 Febbraio 1912 e muore suicida il 3 Dicembre 1938. Figlia di Roberto Pozzi, importante avvocato originario di Laveno e della contessa Lina Cavagna Sangiuliani, nipote di Tommaso Grossi, Antonia scrive le prime poesie ancora adolescente. Studia nel Regio Liceo – Ginnasio Alessandro Manzoni di Milano, dove intreccia una relazione con il suo professore di latino e greco, Antonio Maria Cervi, la quale verrà interrotta nel 1933 a causa delle forti ingerenze da parte dei suoi genitori. Nel 1930 si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano, precisamente al corso di laurea in Filologia moderna, frequentando coetanei quali Vittorio Sereni, suo amico fraterno, Enzo Paci, Luciano Anceschi, Remo Cantoni e Dino Formaggio. Segue le lezioni del germanista Vincenzo Errante e del docente di estetica Antonio Banfi, forse il più aperto e moderno docente universitario italiano del tempo, col quale si laurea nel 1935 discutendo una tesi su Gustave Flaubert.
Tiene un diario e scrive lettere che manifestano i suoi molteplici interessi culturali, coltiva la fotografia, ama le lunghe escursioni in bicicletta, progetta un romanzo storico sulla Lombardia, studia tedesco, francese e inglese. Viaggia, seppur brevemente, oltre che in Italia, in Francia, Austria, Germania e Inghilterra, ma il suo luogo prediletto è la settecentesca villa di famiglia, a Pasturo, ai piedi delle Grigne, nella provincia di Lecco, dove si trova la sua biblioteca e dove studia, scrive a contatto con la natura solitaria e severa della montagna. Di questi luoghi si trovano descrizioni, sfondi ed echi espliciti nelle sue poesie; mai invece descrizioni degli eleganti ambienti milanesi, che pure conosceva bene.
La grande italianista Maria Corti, che la conobbe all’università, disse che «il suo spirito faceva pensare a quelle piante di montagna che possono espandersi solo ai margini dei crepacci, sull’orlo degli abissi. Era un’ipersensibile, dalla dolce angoscia creativa, ma insieme una donna dal carattere forte e con una bella intelligenza filosofica; fu forse preda innocente di una paranoica censura paterna su vita e poesie. Senza dubbio fu in crisi con il chiuso ambiente religioso familiare. La terra lombarda amatissima, la natura di piante e fiumi la consolava certo più dei suoi simili». Avvertiva certamente il cupo clima politico italiano ed europeo: le leggi razziali del 1938 colpirono alcuni dei suoi amici più cari: «forse l’età delle parole è finita per sempre», scrisse quell’anno a Sereni.
A soli ventisei anni si tolse la vita mediante ingestione di barbiturici in una sera nevosa di dicembre del 1938, nel prato antistante all’abbazia di Chiaravalle, dopo esservisi recata in bicicletta: nel suo biglietto di addio ai genitori parlò di «disperazione mortale»; la famiglia negò la circostanza «scandalosa» del suicidio, attribuendo la morte a polmonite. Il testamento della Pozzi fu distrutto dal padre, che manipolò anche le sue poesie, scritte su quaderni e allora ancora tutte inedite.
Ad alternarsi nella lettura : Giuseppe Tommasino, Rita Rodia, Virgilio Briganti, Aurelio Deyme, Alessio Greco, Dario Basile, Katia Fusco, Anna Maria Basile, Maria Rosaria Corina, Luigi Pinelli, Margherita Gimondo, Maria Mercedes Maglio, Giuseppina Carruggio, Claudio D’alessio, Maria Lucia Brigante, Lucia Tripoli, Anna Massa, Anna Saracino, Vincenzo Stranieri, Leo Libardi, Mattia Puglia.
Al termine della serata si potrà gustare un antipasto, una buona pizza ecc. (Pagamento alla Romana)