Nell’era dei social pubblicizzare la propria attività è cosa buona e giusta, anzi sciocco sarebbe chi non adoperasse i social per tale azione solo che a volte la situazione può sfuggire di mano e si potrebbe anche finire nel penale. Un imprenditore savese, infatti, ha pensato bene di fingere il sequestro del suo locale da parte della polizia e di pubblicare tutto sui social solo per fare pubblicità. Nel bene e nel male purchè se ne parli insomma!
Tutto filava liscio fino a quando I poliziotti del Commissariato di Manduria, quelli veri, durante un pattugliamento hanno notato i tre sigilli che recavano falsamente l’emblema della Repubblica Italiana e la dicitura “sequestro probatorio su disposizione dell’Autorità Giudiziaria eseguito dal Commissariato di P.S. di Manduria in data 19 agosto 2024”.
Gli agenti hanno subito rimosso i sigilli ed il nastro utilizzato per delimitare l’ingresso, dopo aver convocato il titolare sono riusciti a sapere dallo stesso che si trattava di un’operazione di marketing e che i sigilli li aveva recuperati su internet. L’uomo aveva pensato bene di divulgare la notizia del falso sequestro del suo locale anche su una nota piattaforma social al fine di avviare una campagna pubblicitaria che solleticasse l’interesse della gente, ignaro, a suo dire, del fatto che tale condotta costituisse reato.
La storia non ha commosso ne tanto meno divertito gli agenti, infatti, l’imprenditore è stato denunciato con le accuse di uso abusivo di sigilli e falsità ideologica commessa da privato.
F.M.